Il sostegno al crowdfunding come metodo erogativo

Milano. Io sto con la sposa è un documentario nato da un’idea politica condivisa da un giornalista indipendente e un regista italiani insieme ad un poeta e giornalista palestinese, che nel novembre 2013 partono da Milano valicando le frontiere di mezza Europa, ‘accompagnando’ cinque rifugiati palestinesi e siriani in terra svedese, con lo scopo di eludere le leggi sull’immigrazione attraverso la messa in scena di un corteo nuziale.

Quando Gabriele Del Grande, uno dei tre autori del documentario Io sto con la sposa, giornalista e amico di lettera27 da tempo, ci ha raccontato il progetto filmico, facendoci assistere al primissimo montaggio, ancora senza colonna sonora e con diverse incertezze sulla sceneggiatura e sul tono di voce, abbiamo immediatamente compreso la forte identità politica, collettiva e sociale, prim’ancora che cinematografica, del progetto.

In quel momento, la possibilità di realizzare una campagna di crowdfunding era già fortemente auspicata dai tre autori. Senza esitazione, abbiamo proposto di sostenere la campagna, anzi che la produzione del documentario, coprendone i costi di realizzazione e selezionando le figure professionali mancanti per la realizzazione di un crowdfunding di successo.

Il sostegno diretto alla produzione del documentario, in questo caso specifico, ci era subito sembrata un’occasione mancata, più che un’occasione di sostegno.
In che termini un’occasione mancata?

Con Io sto con la sposa abbiamo sperimentato un metodo di erogazione innovativo da parte di una Fondazione, teso a moltiplicare la nostra capacità di finanziamento, che non avrebbe in alcun modo da sola potuto coprire i costi complessivi di produzione e marketing. Il crowdfunding, invece, ha permesso la completa realizzazione e promozione del documentario. Aggiungiamoci pure che, coerentemente con un’operazione spontanea senza sponsor né media a monte qual è stata Io sto con la sposa, la campagna ha permesso la creazione di una rete di produttori partecipanti dal basso: il documentario è nato, è cresciuto e ha preso forma dall’azione spontanea di una moltitudine di persone attive, accomunate da un ideale politico e sociale.