Valorizzare la tacit knowledge, la conoscenza tacita

Voi sapete che la conoscenza è di due tipi: codificata e tacita. La conoscenza codificata è quella che viene veicolata attraverso protocolli, cioè codici, procedure, mansioni; la conoscenza tacita è quella che si trasferisce da uno all’altro attraverso il contatto inter-personale.”I shall reconsider human knowledge by starting from the fact that we can know more than we can tell,” scrisse Michael Polanyi, (M. Polanyi, The Tacit Dimension)

La relazione e la prossimità sono strumenti fondamentali per  attivare quel set di risorse “bloccate” da un rapporto o da uno scambio che troppo spesso riconosce solo ciò che è codificato.

Ma voi sapete chi è il primo che ha scoperto la conoscenza tacita? Quel signore che si chiamava Leonardo da Vinci. Leonardo da Vinci non era solo un genio della pittura, della scultura, ma era innanzitutto un imprenditore. Leonardo da vinci aveva fondato “la bottega leonardesca” , luogo in cui applicava il metodo della conoscenza tacita invitando cioè i suoi giovani apprendisti a “stare vicino” a  “vedere come faceva il maestro”  a “imparare osservando” a “sbagliare per correggersi”, perchè non si può insegnare l’arte con il codice, cioè con uno scritto.(S.Zamagni 2015)

Ebbene, oggi in epoca della terza rivoluzione industriale, la rivoluzione delle tecnologie informatiche e telematiche, dobbiamo sapere che il fattore strategico di sviluppo è la conoscenza tacita, perché ognuno di noi è portatore di conoscenza tacita. C’è chi ne ha un po’ di più, chi ne ha un po’ di meno: ma tutti gli esseri umani hanno dei grumi di conoscenza e quindi sono capaci di dare un contributo.

Questo è vero per tutte le imprese ma in particolare per quelle sociali che si nutrono più di altre dell’apporto del capitale umano.