LAC di Lugano: un ponte verso l’Europa

Sabato 12 settembre si è inaugurato a Lugano il LAC (Lugano Arte e Cultura), un centro culturale diretto dal canadese Michel Gagnon, che ha nella interdisciplinarietà la sua forza e il suo elemento più innovativo. Un museo, un teatro, sale multiuso e un’agorà concorrono insieme a promuovere la città ticinese a quinto polo culturale svizzero, dopo le moderne e ben più rodate Basilea, Ginevra, Lucerna e Zurigo.

Se con il LAC Lugano, vittima a lungo (e forse tuttora) del pregiudizio che spesso i nord hanno verso i propri sud, sembra rivolgersi in primo luogo ai vicini cantoni, nel tentativo di proporsi come capitale culturale, è anche vero però che la città guarda con orgoglio al resto d’Europa, rivendicando per sé il ruolo di ponte tra l’Italia e il continente europeo.

Il museo d’arte della Svizzera italiana (MASI), nato dalla fusione tra il Museo Cantonale d’Arte e il Museo d’Arte della città di Lugano, inaugura non a caso il suo percorso con una mostra dal titolo «Orizzonti Nord-Sud. Protagonisti dell’arte europea ai due versanti delle Alpi (1840-1960)», che fino al 10 gennaio 2016 consentirà ai visitatori di ammirare le opere di alcuni fra gli artisti più significativi che hanno operato in Svizzera e in Italia, come Piranesi, Wolf, Böcklin, de Chirico, Segantini, Depero, Klee, Giacometti e Fontana. Oltre ai tre piani espositivi all’interno del LAC, che ospiteranno soprattutto opere d’arte moderna e contemporanea, il museo dispone anche delle sale di Palazzo Reali che, nelle intenzioni del direttore Marco Franciolli, accoglieranno opere più antiche, degli inizi del Quattrocento fino alla prima metà del Novecento, e che in questo momento ospitano l’esposizione «In Ticino. Presenze d’arte nella Svizzera italiana 1840-1960».

Oltre alla grande mostra «Orizzonti Nord-Sud», al LAC è possibile visitare al momento anche una personale di Anthony McCall, concepita dall’artista proprio per questi spazi espositivi, e nel vicino spazio -1 un’antologica di Giulio Paolini che con il suo «Teatro di MNEMOSINE» inaugura la rassegna di artisti contemporanei della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati.

Al museo il LAC ha deciso di destinare la parte più affascinante della grande struttura progettata dall’architetto ticinese Ivano Gianola: un corpo sospeso su pilastri e rivestito di pietra verde del Guatemala, che si protende verso il lago. Il colpo d’occhio nell’ultima sala al primo e al secondo piano è notevole: la luce avvolge il visitatore che dall’alto osserva tutto il lungolago e l’ampia piazza sottostante.

Altra bella novità è la sala teatrale e concertistica con 1000 posti a sedere: rivestita interamente di legno di pero e dotata di una speciale conchiglia acustica modulare e di una fossa orchestrale a scomparsa, questa sala si contraddistingue per un’acustica tale da poter ospitare diversi tipi di spettacoli, dai concerti sinfonici al jazz, dall’opera al teatro di prosa e alla danza. Questa sala ospiterà due grandi eventi: «LuganoInscena», la stagione teatrale diretta da Carmelo Rifici, e «LuganoMusica», sotto la direzione di Etienne Reymond e dedicata principalmente alla musica classica. Tra le produzioni di «LuganoInscena», il Gabbiano di Čechov, per la regia dello stesso Rifici, e Attraverso lo specchio di Marcello Chiarenza. Interessante l’apertura alla danza contemporanea, non così comune invece nei teatri stabili italiani, per cui va segnalata tra l’altro la presenza della compagnia di Virgilio Sieni.

Le compagnie avranno a disposizione altri spazi, il Teatrostudio e le sale multiuso, per preparare i loro spettacoli, spazi che verranno adibiti anche per accogliere workshop con attori e registi, laboratori didattici, percorsi interdisciplinari, all’interno di quell’offerta culturale che è stata denominata LAC edu, a sottolineare la volontà degli organizzatori di coinvolgere il pubblico in un percorso di crescita culturale e di avvicinamento all’arte. Artisti residenti saranno la Compagnia Finzi Pasca e l’Orchestra della Svizzera Italiana, attiva fin dal 1935 seppure con il nome di Orchestra della Radio della Svizzera italiana.

A collegare tutti questi spazi una grande hall, con la biglietteria e un ben fornito bookshop, e tante scale, scale mobili e ascensori, a dare un’idea di modernità e di efficienza che, si sa, qui sono di casa.
La maratona di inaugurazione, iniziata il 12 settembre, si concluderà domenica 27 con una replica della Nona sinfonia di Beethoven, diretta da Vladimir Ashkenazy.

La realizzazione del LAC non sarebbe stata possibile senza il sostegno dei due colossi bancari Credit Suisse e UBS. Ancora banche. Ancora banche svizzere. Ma, per una volta almeno, eviteremo di parlare di segreto bancario e ci concentreremo sul potere che può avere il denaro quando investito in un progetto culturale.