La storia di E/O. Una casa editrice dalle pratiche non tradizionali

La casa editrice “Edizioni E/O” chiuderà il 2015 con un fatturato di 20 milioni di euro, più del doppio che negli anni scorsi. Circa 12 milioni sono stati ricavati in Italia grazie a libri italiani: ma ben 8 si devono alle vendite in Gran Bretagna e Stati Uniti dei libri pubblicati da “Europa Editions”, la casa editrice con base a New York creata da E/O nel 2005. Per questo risultato è stato decisivo il successo all’estero dei libri di Elena Ferrante, lo pseudonimo con cui sono firmati i quattro romanzi del ciclo iniziato nel 2011 con L’amica geniale, che nell’edizione in inglese hanno già venduto 500 mila copie. Ma il successo all’estero della casa editrice è anche il risultato di scelte piuttosto insolite compiute da E/O negli anni passati e di una pratica editoriale che per certi versi appare molto tradizionale, ma per altri è unica al mondo.

E/O ha oggi dimensioni economiche vicine a quelle di case editrici più grandi e conosciute, come Adelphi e Sellerio, con una struttura di 25 persone in Italia e 15 in America e una produzione paragonabile: le novità all’anno sono una cinquantina in Italia, e una trentina in America. La prima cosa notevole è che E/O pubblica in due continenti e due lingue: o addirittura in tre se si considera “Sharq/Gharb”, una casa editrice in lingua araba di E/O che negli anni scorsi ha pubblicato una decina di libri. La seconda è che in questo momento la casa editrice si ritrova un sacco di soldi da spendere e un sacco di decisioni da prendere per immaginare che cosa diventare nei prossimi anni. All’ultima Fiera di Francoforte E/O ha vinto due aste a cui hanno preso parte case editrici molto più grandi, ed è un fatto insolito, acquistando i diritti per Boussole di Mathias Énard, che ha appena vinto il Prix Goncourt, il più importante premio letterario francese, e quelli di un ciclo di quattro romanzi gialli di Michel Bussi, un altro scrittore francese, già pubblicato senza successo da Mondadori nel 2014, ma che è uno degli autori più venduti in Francia degli ultimi anni e un bestseller anche in Inghilterra. Ma dice anche Sandro Ferri, il proprietario e fondatore di E/O: «Abbiamo fatto sapere agli agenti che potevamo spendere di più, ma le risposte sono state abbastanza tiepide. La verità è che, nonostante la fusione Mondadori Rizzoli e i vari sommovimenti che genera, non mi sembra che ci siano molti autori da andare a pescare».

Edizioni E/O fu fondata a Roma nel 1979 – 36 anni fa – da Sandro Ferri e Sandra Ozzola, che poi si sarebbero sposati. Ferri aveva militato in Lotta Continua e lavorava alla Vecchia talpa, una libreria frequentata dalla sinistra romana; Ozzola era nata a Torino e si era laureata in letteratura russa. La loro idea iniziale era pubblicare narrativa di scrittori dei Paesi socialisti dell’est europeo, che non potevano essere letti in patria, tanto meno in Occidente. Una traccia di quella prima idea sopravvive ancora nei libri di Svetlana Aleksievič, la scrittrice bielorussa vincitrice del premio Nobel per la letteratura nel 2015, di cui E/O pubblica Ragazzi di zinco e Preghiera per Černobyl’; ma il titolo del primo libro di E/O – Esplosione di un impero? di Hélène Carrère d’Encausse – suonava già una profezia. Il nome E/O, infatti, in origine significava Est/Ovest, e lasciava aperta la possibilità che opposizione e congiunzione non si escludessero a vicenda. Uno dei primi scrittori che cercarono fu Milan Kundera. Gli scrissero una lettera nel 1981 e lui rispose di andarlo a trovare a Parigi. Discussero di affidargli una collana praghese, ma poi Kundera – con loro grande delusione – decise di dare ad Adelphi i diritti dell’Insostenibile leggerezza dell’essere. Altri scrittori dell’Est tradotti in Italia da E/O furono Julian Stryjkowski, Kazimierz Brandys, Christoph Hein, ma soprattutto Christa Wolf i cui libri pubblicati da E/O hanno venduto negli anni complessivamente 500 mila copie. Poi c’è Bohumil Hrabal, che Ferri e Ozzola andavano a trovare nelle due birrerie di Praga dove riceveva circondato da adepti, aspiranti scrittori ed editori semi o totalmente clandestini. E infine, Jana Ćerná, la figlia della Milena di Kafka, di cui E/O nel 1991 pubblicò un libro di poesie con un titolo che rimaneva in mente.