Con il social procurement cresce l’economia sociale

Quasi 9 aziende profit su 10 (l’88,1%) si dichiarano disponibili a valutare offerte di prodotti e servizi di cooperative e imprese sociali. Ma solo il 27,5% ha già attivato rapporti di fornitura, clientela o partnership. C’è dunque un grande spazio di crescita in Italia per l’economia sociale attraverso il social procurement, termine ancora poco utilizzato nel nostro Paese con cui si indicano i rapporti di fornitura avviati da imprese profit con realtà del Terzo settore.

A rilevarlo è la prima indagine in Italia sul social procurement, che Right Hub e ISNET hanno presentato oggi a Milano, Hotel Principe di Savoia, all’evento “Profit e Non profit uniti dal Social procurement” davanti a oltre 150 rappresentanti del mondo profit e non profit (#socialprocurement su Twitter). Alla tavola rotonda moderata da Elio Silva (Il Sole 24 Ore) sono intervenuti Ombretta Di Marco (CSR & Local Industry Relations Manager, AirPlus International), Giuseppe Guerini (Portavoce dell’Alleanza Cooperative Sociali), Valerio Di Bussolo (Direttore Relazioni Esterne, Ikea Italia), Laura Bongiovanni (Presidente ISNET) e Luca Guzzabocca (General Manager, Right Hub).

«Emerge chiaramente dall’indagine – dichiara il fondatore e general manager di Right Hub, Luca Guzzabocca – che esiste un forte e concreto interesse delle imprese profit nel considerare la fornitura dalle imprese sociali non in modo casuale ma strutturale, e al pari di qualsiasi altro fornitore “tradizionale”».

Obiettivi dell’indagine
L’indagine è stata condotta su base metodologica ISNET con questionario e interviste dirette ad un campione di 109 imprese (per il 65% grandi imprese, quasi il 70% con sede nel Nord-Ovest, attive in ogni settore economico), rappresentative delle imprese profit iscritte al network Right Hub.

Tre gli obiettivi principali dell’indagine: 1) scattare la prima fotografia del social procurement in Italia, in termini di diffusione e caratteristiche; 2) analizzare la percezione delle aziende nei confronti delle imprese sociali e la loro disponibilità a valutarle come potenziali fornitori e partner; 3) evidenziare le opportunità di business per le imprese sociali che investono nello sviluppo di competenze, efficienza e professionalità per superare le principali perplessità che le aziende hanno verso di loro.